Quantcast
Channel: sportstory » Zeman
Viewing all articles
Browse latest Browse all 10

Intervista a Mauro Di Lello: “Il mio impegno per il calcio maltese”

$
0
0

Di Fabiola Rieti

L’emigrazione dei talenti all’estero comincia a colpire in modo massiccio anche il calcio, visto che molti giovani giocatori Made in Italy decidono di affermarsi altrove. Mauro Di Lello, ex calciatore della Lazio di Zeman, è stato un precursore di questo spirito colonizzatore, infatti a fine anni ‘90 a soli 23 anni scelse la premier maltese per cimentarsi in un’esperienza di respiro europeo.
Dopo l’addio al calcio giocato, però l’amore per questo paese non si è esaurito e la sua esperienza è oggi al servizio della Malta Football Association con l’obiettivo di promuovere, incrementare ed esportare l’evoluzione del pallone nell’isola. Il suo impegno sta producendo ottimi risultati con partnership già ufficializzate e alcune in via di definizione con importanti squadre di serie A e B. Sdoganando il pregiudizio che avvolge il calcio, la fuga degli scarpini rischia facilmente di trasformarsi, come in questo caso, anche in una fuga di cervelli.

 

Dai campi italiani a quelli maltesi, come è maturata la scelta di cimentarsi in un calcio ancora in espansione?
“Nasce dal consiglio di una persona amica. Venivo da stagioni giocate prima nella Lazio, poi nella Pistoiese, nel Fano e nel Castelfranco Veneto in serie C e mi consigliò un’esperienza all’estero, avendo anche un’ottima visione futuristica, perché all’epoca il calcio italiano non esportava, ma raccoglieva elementi di qualità e sfornava talenti. Un club maltese stava facendo un training camp a Bracciano e partecipavano alla competizione della Coppa Uefa, questo è stato elemento che mi ha incuriosito, la possibilità di disputare una competizione europea mi ha spinto verso un obiettivo. Doveva essere un anno all’estero e invece poi ho scoperto un mondo diverso dal nostro, un calcio più anglosassone, soprattutto all’epoca, e più familiare. E’ stata una scelta giusta, a 23 anni non sai il risvolto di certe decisioni. Forse l’unico errore è stato quello di voler rientrare per forza in Italia, per dimostrare a me stesso di poter riprendere quello che avevo lasciato, sottovalutando offerte importanti recapitate a Malta in due anni dal Salisburgo, dal Dundee in Scozia, dal City in Australia e anche dalla MLS”

Nel corso di questa esperienza a Malta, ha appeso gli scarpini al chiodo per dedicarsi al calcio in un’altra veste?
“Ho raggiunto la consapevolezza di non voler più continuare la professione da un punto di vista agonistico e ho avuto al contempo la fortuna di essere una persona vicina al presidente de La Valletta calcio, Victor Sciriha, il quale inizialmente ha tentato di convincermi a giocare per la sua squadra poi abbiamo raggiunto l’accordo di guardare il calcio da un altro punto di vista: quello dirigenziale. Ho iniziato come responsabile dell’area tecnica. Mi sono avvicinato a questa persona eccezionale che per me è stata una guida, cercando di aiutarlo a sviluppare e a capire le potenzialità del calcio maltese. Per esempio La Valletta ha un bacino di 100 mila tifosi sull’isola, con circa 6 mila spettatori e arrivando a 10 mila per le partite internazionali o le finali. Poi dall’incontro con Riccardo Gaucci, attuale presidente della Floriana calcio, è nata la sua proposta di ricoprire la carica di direttore generale nella sua società, contemporaneamente però c’era anche la possibilità di rivestire un incarico come consulente personale del presidente della Federazione. Anche confrontandomi con l’amico Riccardo, ho scelto questa ipotesi perché mi permette di fare di più per il calcio maltese. Colgo l’occasione per ringraziare il presidente Norman Darmani De Maio, il vicepresidente Chris Bonnett e il segretario generale Bjorn Vassallo per la fiducia e la collaborazione”

Mauro Di Lello e Riccardo Gaucci

Mauro Di Lello e Riccardo Gaucci

Ora si sente più un politico o un uomo di campo?
“Credo di non essere mai stato un vero e proprio uomo di campo. Ho sempre tralasciato la possibilità di diventare un tecnico, anche se mi sento di dover trasferire quello che ho vissuto, però ci vogliono delle qualità e ho già deciso che non sarà quello il modo in cui trasferirò la mia esperienza. Bensì un ruolo politico, ma anche commerciale perché i club hanno bisogno di creare attraverso lo sviluppo del marketing un introito che permetta al presidente e al club una stabilità per investire. Attualmente il ruolo che ricopro è istituzionale, dunque politico”

 Il calcio a Malta che spazio ha conquistato negli ultimi anni?
“Da quando sono arrivato io a oggi, è stata una continua evoluzione, perché le persone sono altamente qualificate e hanno compreso che essendo un contesto più piccolo c’è la necessità di lavorare in modo qualitativo con le risorse umane a disposizione. La mentalità è aperta e la qualità ha permesso al calcio maltese di migliorare. E’ stata creata un’academy per i giovani ragazzi delle nazionali, all’interno del centro tecnico federale, dove si radunano quattro volte a settimana: mangiano, dormono, studiano con tecnici stranieri, hanno uno staff medico a disposizione e strutture all’avanguardia. I settori giovanili delle società sono coadiuvati da una supervisione della federazione. Quest’anno, proprio per aiutare l’espansione dei club, è stato stabilito con una legge che da società semi professionistiche, possono trasformarsi in aziende, quantificare le quote, cederle e garantire così l’investitore. I presidenti prima non erano proprietari della squadra, invece in questo modo possono investire nel proprio club con la garanzia di veder riconosciuto il valore del proprio investimento. Tra l’altro si sta anche lavorando sulla commercializzazione degli stadi”

Che tipo di giocatore sceglie il campionato maltese?
“Per certi versi è ancora un campionato minore, quindi ci sono due possibili profili che si avvicinano: il giovane talentuoso che vuole emergere e i giocatori a fine carriera di nome come ad esempio Fabrizio Miccoli ora al Birkirkara”

Mauro Di LelloCome vede il calcio in Italia?
“Il calcio italiano ha subìto una parabola discendente e lo dimostrano i risultati, purtroppo anche per i giovani non ci sono più opportunità come era ai miei tempi, perché i tanti stranieri occupano dei posti essenziali che impediscono una crescita dei nostri ragazzi. Nell’ultima stagione ci sono stati dei buoni risultati a livello internazionale ed è tornato appetibile anche per i grandi campioni. Mi auguro soprattutto, che non solo la Juventus e la Roma, possano tornare a breve nel calcio che conta”

Quali sono i prossimi progetti per l’evoluzione e la crescita del calcio maltese?
“Per la Federazione a breve apriremo una sede a Roma, come rappresentanza in territorio italiano, e procederemo con dei protocolli d’intesa con le varie istituzioni per dichiarare la nostra presenza, per portare un messaggio di cosa è Malta, di cosa può offrire e per dare una vetrina ai giocatori maltesi di talento, ma che non godono di grande visibilità. L’idea è quella di coinvolgere le varie leghe e l’AICS, con la quale abbiamo già intrapreso delle iniziative, portando una presentazione del calcio maltese. E’ un territorio in cui c’è molto da sviluppare, noi vogliamo essere testimoni diretti per dare una possibilità anche ai talenti maltesi”.

L'articolo Intervista a Mauro Di Lello: “Il mio impegno per il calcio maltese” sembra essere il primo su sportstory.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 10

Latest Images

Trending Articles